mercoledì 13 febbraio 2019

La stramba vita di Benny




1. Tic Tac! E' tardi

<< Signorina, si svegli! Questa è l'ultima fermata.>>
La grossa mano che mi picchiettava delicatamente sulle spalle era quella del capotreno. Ancora una volta mi ero addormentata mentre ero in viaggio di ritorno da scuola.
Spalancai gli occhi e saltai dal mio posto. In preda al panico mi guardai intorno, non c'era anima viva nel convoglio.
Avevo la bocca impastata... che figuraccia! Avrò dormito di nuovo con la bocca aperta. Velocemente mi guardai al finestrino per controllare che non avessi la bavetta alla bocca, ma il vetro era talmente sporco che a stento riuscì a vedere la mia immagine riflessa.
<< Mi scusi, questa è davvero l'ultima fermata? >> Urlai al capo treno mentre stava per chiudere le porte della sala macchine.
L' uomo un po' seccato mi rispose con un cenno della testa. Sulla banchina ormai vuota, rovistai frettolosamente nello zaino. Tra i libri di filosofia, un panino mangiucchiato, le cuffiette con mille mila nodi e i tantissimi fazzoletti utilizzati e appallottolati, trovai il mio smartphone.
Segnava le 15:45!!! Questo vuol dire che sono rimasta allo stazionamento per circa quindici minuti a sonnecchiare.
<<...Cavolo! Ho fatto di nuovo tardi...>>

Ciao mi chiamo Benedetta,
ho 16 anni e sono una studentessa del terzo anno di liceo classico. Vivo insieme alla mia mamma, il mio dolce fratellino Luigi di 7 anni, la stramba nonna Adele e Mafalda un gattone dal pelo rosso; proprio come i miei capelli.
Vi starete domandando di mio padre? Beh... penso che neanche si ricordi che ha due figli.
Un giorno, quando eravamo piccoli, prese la sua chitarra e andò via di casa tra le urla e i lanci di piatti di mia madre; il tutto mentre mia nonna seduta nella posizione del loto meditava. Oh, non si è mossa di un millimetro!
Eppure le urla e il rumore dei piatti che si infrangevano li ricordo benissimo, ancora oggi... anche il pianto del mio fratellino che avevo tra le braccia. Si, ahahaha siamo una famiglia di matti.
Ma infondo, come dice la nonna: << La famiglia ha raggiunto l'equilibrio perfetto!>>
Particolari sulla mia vita?? Vi basta sapere quello che sto per combinare...”

  1. Benedetta combina guai.


<<...Cavolo! Ho fatto di nuovo tardi...>>
Salì le 4 rampe di scale a due scalini alla volta per recuperare tempo, non accorgendomi che c'erano le scale mobili. Stupida testona!
Arrivai in superficie, mi piegaj sulle ginocchia e respirai a fondo. Rovistai di nuovo nello zaino alla disperata ricerca di un fazzoletto pulito per asciugarmi la fronte.
<< Ma proprio oggi doveva esserci un sole che spacca le pietre?!? Arghhh>> sbraitai imprecando e dando calci a un palo della piazza.
Ma dal nulla una mano dal colorito olivastro mi porse un intero pacchetto di fazzoletti.
<<Benny!! scommetto che li hai finiti tutti.>> disse ridacchiando e togliendomi dalle mani lo zaino pesantissimo.
La guardai con lo sguardo perso ma felice di vederla, stavo per abbracciarla e gettarmi stanca tra le sue braccia quando lei mi stoppò con un gesto della mano e facendo un passo indietro.
<< Hey! Sei tutta sudata amica mia, ricomponiti... puzzi un po'. Ma ti sei appena svegliata? Che sono quei capelli?>> ridacchiò ancora.


Ammiravo la grazia di Soraya, sapeva essere impeccabile e avere sempre i lunghi capelli neri corvino in ordine. Quel pomeriggio li aveva intrecciati accuratamente a spina di pesce e il suo viso non aveva un filo di trucco, ma il suo sorriso era incredibilmente radioso; insomma la sua origine indiana mi metteva quasi soggezione visto il mio pallido colorito e il misero tentativo di truccarmi per sembrare più carina. Mi rimproverava sempre di essere molto sbadata, in particolare dell'eyeliner sempre sciolto e dello smalto mangiucchiato.
Sono sicura che se fossimo andate alla stessa scuola, lei sarebbe di sicuro la mia seconda mamma pronta a redarguirmi. Quando scelse di frequentare il liceo scientifico, ci rimasi molto male. Non ero ancora pronta a staccarmi da lei e ad affrontare da sola il percorso scolastico, avevo anche optato di seguirla, poi per fortuna ho fatto la scelta giusta... perché non sono una cima in materie scientifiche e non sono così razionale e precisa.

<< Uffa! Scusa il ritardo. Dai forza forse riusciamo ancora a fare la fila per farci firmare il nuovo album di Jass Collins. >> le presi la mano e la trascinai in libreria.

Aspettavamo da mesi l'arrivo del nostro cantante preferito, quando eravamo più piccine cercavamo di imitarlo allo specchio con in mano due telecomandi utilizzati come fossero due microfoni e in sottofondo il cellulare che suonava la nostra canzone preferita. Ballavamo e cantavamo per molte ore, fino a che non crollavamo.
Una volta il padre di Soraya, stufo di ascoltare la stessa canzone, venne in stanza e ci propose di andare con lui al Luna Park. Diciamo che il compromesso fu più che accettabile! Mangiammo popcorn e zucchero filato e facemmo un giro su tutte le attrazioni.


A un miglio di distanza potevamo scorgere la calca di persone in fila per il firmacopie. I buttafuori cercavano di contenere la massa di ragazzine che provavano a intrufolarsi e rubare uno scatto più ravvicinato. Le transenne poste all'ingresso secondario della libreria stavano diventando roventi e ancor di più lo erano le fan in attesa da più di un'ora.
Fortunatamente, riuscimmo a conquistarci il posto d'onore davanti a tutto. Non vi dico che faticaccia! Mentre io spintonavo e maledicevo chiunque, Soraya chiedeva scusa e diceva che ero matta. Il Bodyguard dall'altra parte della transenna già ci aveva adocchiate e inutile dire che per tutto il tempo ci fissava in cagnesco e trasmetteva chissà a chi, di non potersi muovere da quella postazione.

<<Benny! Non è che stai esagerando un pochino? Potevamo chiedere una foto a Jass anche all'interno.>> rispose guardandosi attorno sperando che nessuno replicasse.

<<Ma ti pare!?!Da qui posso fare tutte le foto e video che voglio quando tra poco uscirà per salutare le fan>> ribattei risoluta.

D'un tratto le porte si aprirono e Jass uscì, era bello più che mai! Salutava le fan e scattava con loro i selfie.
Io e Soraya rimanemmo imbambolate, a bocca aperta lo guardavamo baciare sulla guancia la miriade di ragazzine, nel frattempo i buttafuori facevano quello che potevano per fermare e liberare il cantante dalle teenagers scatenate che si avvinghiavano al suo collo.
Quando si tolse gli occhiali da sole, vidi i suoi occhioni azzurri come il mare...mi ci sarei tuffata dentro. Le foto che dovevo scattare? Inutile, me le dimenticai totalmente per quanto era bello. Mi stavo sciogliendo e poco ci mancava che mi raccogliessero con il cucchiaino.
Ma qualcosa stava per andare storto, tutta questa gioia improvvisa non l'avevo mai avuta. Infatti, mancava poco che si avvicinasse a noi quando...


Una ragazza che era tre file dietro di me si precipitò come una furia davanti alle transenne non curandosi degli altri, mi prese per la spalla e strattonandomi passò davanti a me. Aveva tantissimi capelli biondi e ricci, talmente tanti da offuscarmi la vista e da trovarmeli in bocca. In quei dieci secondi in cui fui completamene intontita, lei riuscì a scattarsi il selfie con Jass.
Anche Soraya fu allontanata, e mi resto accanto assicurandosi che stessi bene e tentando di calmare la mia ira che di li a poco sarebbe scoppiata, ero furiosa.

<<Hey! Ma ti sembra questo il modo?>> le urlai contro.

La biondina si girò e con aria di sfida replicò in modo altezzoso: << Cosa vuoi sgorbio?! Ti rifarai al firma-copie... sempre se riuscirai a raggiungere Jass>>

Accanto a lei c'erano due ragazzi alti, con il fisico atletico. Uno di loro la teneva per mano, sicuramente era il suo ragazzo. Occhi verdi, capelli castani spettinati e sguardo serio, sembrava volesse fulminarmi, inoltre aveva nell'altra mano un borsone da palestra . L'altro invece era biondo occhi castani, un tipino molto alla moda, indossava una camicia bianca a mezze maniche, occhiali da sole e pantaloni blu firmati; anche lui con lo stesso borsone.

Il bodyguard stava rimosse una transenna per permettere alle fan di entrare in libreria, e mentre la malefica coetanea riccioluta si allontanò con il ragazzo, il tipino alla moda ridendo ci disse:
<<Ci si becca dentro, ranocchiette!>>

Non ho mai Soraya arrabbiarsi, ma quel giorno il suo sguardo si trasformò e incredula e agitata replicò:
<<Hai sentito cosa ha detto quel tronco d'albero? Ci ha chiamate ranocchiette!!! Questo è troppo, ma chi si crede di essere, che sbruffone!>>

Stufa risposi: <<Soraya, lascia stare non ti preoccupare, io sto bene. Non li pensare, entriamo anche noi e se saremo fortunate riusciremo a strappare un autografo>>

Non mi sarei arresa così facilmente erano mesi, anzi anni, che aspettavamo di incontrare il nostro idolo e di certo non ci saremmo fatte rovinare la giornata da tre sbruffoni.
Ci mettemmo in fila, e aspettammo il nostro turno. Per fortuna i tre si trovavano 15 persone avanti a noi ma di tanto in tanto sentivo lo sguardo malefico del ragazzo di lei fissarmi, mi infastidiva ma cercavo di ignorarlo.
Dopo una miriade di persone e circa un'ora e più di fila, riuscimmo a salutare Jass che era seduto alla sua postazione allestita di foto dei suoi concerti e di pupazzi regalati dalle fan. Fu gentile, non rifiutò di fare un selfie con noi, di firmare il cd, e anche noi ricevemmo il bacio.
*Diiiin Dooon* Sento le campaneeeeeeEEE!!!

Quando uscimmo dalla libreria eravamo su di giri, ridevamo e ci abbracciavamo come matte. Non ero contenta di come era venuta la foto, avevo un sorriso orribile ed era un po sfocata ma fu colpa mia; ero troppo emozionata e mi tremavano le mani.
Non importa! Almeno avevo concluso questa lunga giornataccia nel migliore dei modi: L'incontro con Jass e un gelato panna e cioccolato con la mia migliore amica.

3. Il bacio perduto

Luce soffusa e musica romantica di sottofondo, nei nostri piatti sono disposti a fila indiana quattro pezzi di Sashimi decorati da un filo di aceto balsamico. Nell'aria c'è profumo di candele misto a salsa di soia.Il cameriere, nella sua mise molto sofisticata, ci serve dell'ottimo champagne dal gusto fruttato. Non resisto ho voglia di assaggiarlo!Così porto il calice affusolato alla bocca, quando...
<< ... Aspetta!Prima un brindisi>> Una voce mi sussurrò dolcemente.
Lemie guance diventano rosse e il cuore batte velocemente. Il cameriere si allontana con il carrello con dentro lo champagne. Dall'imbarazzo,distolgo lo sguardo e seguo con la coda dell'occhio il sommelier che stava aprendo la porta della cucina.
Non ho mai incrociato i suoi occhi azzurri così da vicino.
<< Jass... ma a cosa brindiamo?>>risposi arrossendo.
<< A te, mia dolce Benny! Brindiamo anche al nostro primo appuntamento. >>ribatté sicuro.
Il mondo mi stava candendo addosso e il cuore batteva così forte da che lo sentivo in gola. Jass si alzò e con un cenno della mano portò in alto il calice, lo avvicinò a me intrecciò il mio braccio impietrito. Bevemmo, cioè lui bevve, io mi limitai a tracannare tutto d'un sorso lo champagne e con una smorfia infastidita.
Si notava il mio imbarazzo, ma che mi importava se in quel momento avevo la possibilità di rimanere con il mio idolo. Pensandoci bene, perché ero da sola con lui???
Mi sorrise e notai che la mia goffaggine aveva un lato positivo, ma che ci potevo fare se ero maldestra anche nelle espressioni e nel rapportarmi con le persone.
Ricambiai il sorriso, l'atmosfera romantica e l'essere a un pelo dal suo naso mi faceva dondolare dall'emozione. Attenzione Benedetta! Tutto ciò è assurdo e irreale...
...ma a me non importava, stavo vivendo il momento!
D'un tratto Jass accarezza le mie guance, io arrossisco e mi lascio andare, il bacio che tanto aspettavo stava per realizzarsi quando....
...La porta della cucina si apre rumorosamente, Jass si volta e posa il bicchiere sul tavolo. Arrivano quattro camerieri con quattro vassoi,ricolmi di cibo. Dispongono tutto sul tavolo in sincronia e tre di loro vanno via.
Con orrore mi accorgo che l'unico cameriere rimasto è il belloccio moro che ho incontrato al firma-copie. Dalla rabbia stringo un lembo della tovaglia bianchissima, lui scopre l'unico vassoio coperto e:
<<Signori! Ranocchiette. Buon appetito!>> disse con schiettezza e ridendo a perdifiato.
Ero furibonda! Cercai di alzarmi per andare via, ma non mi ero resa conto che stringevo ancora nel pugno la tovaglia e quando me ne accorgo è troppo tardi. Il disastro è fatto... tutte le portate cadono dal tavolo.
L'odioso muretto rideva a più non posso piegato in due e ora se la rideva di gusto anche Jass. Che delusione....
Stavo per andare via, quando scivolo sul sugo della pasta e cado ai piedi del tavolo a testa in giù. La botta mi fa perdere i sensi e tutto intorno a me è sfocato, tra le risate e la puzza di candele, odo un* DRIG DRIIIN*.
Era tutto un sogno o meglio un incubo.
La sveglia stava suonando già da un bel po' e mi trovavo a terra aggrovigliata fra le lenzuola del mio letto, mi sarò agitata nel sonno.
Quella sera avevo dormito nel salone, e quando riuscì a liberarmi dalla morsa delle lenzuola vidi la nonna.
Il profumino che sentivo nel sogno era l'incenso dei suoi stecchetti indiani che usava per meditare. Ogni mattina non inizia la giornata senza che non faccia "Il saluto al Sole". A volte penso che non sia di questo pianeta. Accanto a me corre subito quella palla di pelo rossa.
<<Arggghhh! Mafaldaaaaaa non mi leccareeee!>> gli urlai indispettita.
<<Buongiorno,raggio di Sole. Sono le sette e mezza e stai per fare tardi a scuola>> allegra e senza scomporsi nella sua posa mi sussurrò.
<<Cavolo!Nonna potevi svegliarmi...>> ribattei mentre racimolavo tutti i pezzi dei miei vestiti sparsi per la stanza.
<<Dormivi così bene... mai interrompere un sogno di una giovane donna>>
e con grande pacatezza, mi salutò con un gesto della mano mentre in fretta e furia scappavo via.
Mentre scendevo le scale, le parole della nonna mi rimbombavano nella testa:"Mai interrompere un sogno di una giovane donna". Che cosa intendeva? Il mio è stato un incubo... e poi in realtà questa giovane donna ancora non ha un sogno. Jass è il mio idolo, certo! Ma non è il mio sogno.
 4. Vita monotona

La campanella che preannunciava la fine della ricreazione era suonata da circa cinque minuti. China sul lavandino del bagno della scuola, Benny si sciacquava la faccia. La sua immagine riflessa nello specchio sbiadito non le piaceva, tentava sempre di non guardarsi. 
Ormai tutte le ragazze erano nelle loro classi, e in bagno è rimasto solo un polverone di fumo di chi di nascosto ha tentato di fumare una sigaretta per il puro gusto di sembrare più grandi o di trasgredire le regole dell'istituto. Con il dorso della mano sfregò il naso, nel vano tentativo di rimuovere le lentiggini. Si tolse l'elastico dai lunghi capelli rossi e si rifece la coda di cavallo lasciando sulla fronte la frangia spettinata.
Stava ancora pensando al sogno di stanotte, e cercava di capire il perché della presenza del ragazzaccio del giorno prima.  
<< Mah! Questo sogno mi ha rovinato la giornata, mi son svegliata indispettita! Toh! Guarda questa frangetta... tutta arruffata. >>  Disse cercando di sistemarsela con l'acqua bagnata, poi guardò l'ora sul suo smartphone velocemente sgattaiolò in classe.
Già sapeva che una volta giunta in classe la professoressa di Latino l'avrebbe rimproverata:
"Sono sicura che quella brutta megera è dietro la porta pronta a dirmene quattro!"  pensò.
- << Signorina Fortini!>>
"Ti pareva... uuuh che noia!" Sbuffò.
 - << Ce la prendiamo comodo? Vuole anche portare a spasso il cane? Vada a prendere posto>>
- <<Si, mi scusi prof.ssa Falco. Subito!>> Mentre sgattaiolava al suo posto.

Nessun commento:

Posta un commento